La troponina cardiaca potrebbe essere un utile marker per identificare i soggetti ad alto rischio cardiovascolare


Ricercatori dell’Uppsala University Hospital in Svezia, hanno valutato la prevalenza di innalzamento della troponina I cardiaca ( cTnI ) in una popolazione anziana, e l’associazione dei livelli di cTnI con i fattori di rischio cardiovascolare, l’infiammazione vascolare, l’aterosclerosi, la performance cardiaca e le aree indicative di infarto miocardico identificate mediante MRI ( risonanza magnetica per immagini ).

L’elevazione di cTnI, definita come livelli maggiori di 0.01 mcg/L, è stata riscontrata nel 21.8% dei partecipanti allo studio ( n=1.005 ).

I livelli di troponina I cardiaca maggiori di 0.01 mcg/L erano associati a caratteristiche tipiche dell’alto rischio cardiovascolare: aterosclerosi a livello delle arterie carotidee, massa ventricolare sinistra, ed alterata funzione sistolica ventricolare sinistra.

Nessuna associazione è stata trovata tra cTnI ed attività infiammatoria, disfunzione diastolica o ciatrici miocardiche.

Il genere maschile ( OR=1.6 ), i cambiamenti ischemici all’ECG ( OR=1.7 ) ed i livelli di NT-proBNP ( peptide natriuretico di tipo pro-B N-terminale ) ( OR=1.4 ) erano in grado di predire livelli maggiori di 0.01 mcg/L di cTnI.

Livelli maggiori di 0.01 mcg/L di cTnI erano anche correlati ad un aumentato rischio cardiovascolare secondo il punteggio di rischio di Framingham.

In conclusione, i livelli di cTnI maggiori di 0.01 mcg/L sono relativamente comuni nei soggetti anziani e sono associati a caratteristiche di alto rischio cardiovascolare e alterazione della performance cardiaca.
La troponina cardiaca, misurata mediante un test altamente sensibile, potrebbe rappresentare un utile marker per identificare soggetti ad alto rischio cardiovascolare nella popolazione generale. ( Xagena2008 )

Eggers KM et al, Eur Heart J 2008; 29: 2252-2258


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